The Green Player presenta THE KING IS DEAD
Finalmente giunge in Italia un titolo che vede la sua prima edizione nel 2015, ma che mai nessuno aveva deciso di localizzare: è arrivato The King is Dead!
Re Artù è morto. La Britannia vive in uno scenario politico instabile. Inglesi, Scozzesi e Gallesi sono in lotta per il trono e la Francia osserva sorniona, in attesa di introdursi nel conflitto. E noi, in tutto questo, cosa facciamo?
Non vi importa chi vincerà, non vi importa del paese, vi importa solo e soltanto essere dal lato giusto, al momento giusto (cioè alla fine della partita).
Un gioco atipico
Solitamente, nella maggior parte dei giochi di maggioranze ai quali ho giocato, l’obiettivo della partita è avere un maggior numero di elementi rispetto agli avversari per aver punti vittoria o altri benefici. In questo caso non proprio. Non dovremo spingere la nostra fazione al dominio, ma potremo influenzare le battaglie, auspicando che le nostre influenze possano avvicinarci alla fazione che vincerà la guerra. Ma non è solo questo a renderlo inusuale.
Il flusso di gioco
Ogni giocatore ha a disposizione 8 azioni per tutta la partita. In senso orario, a turno, i giocatori decidono se svolgere un’azione o passare. Se tutti i giocatori passano uno dopo l’altro avviene un conflitto e il gioco si ferma per la sua risoluzione, prima di passare al turno del giocatore successivo. Questo implica che si alternano 8 fasi “azione” a 8 fasi “conflitto” e, in ogni fase azione, ogni giocatore può svolgere un qualsiasi numero di azioni.
Per assurdo, un giocatore potrebbe svolgere tutte e 8 le azioni prima della risoluzione del primo conflitto, per poi osservare gli altri giocatori al tavolo portare a termine la propria partita, prima di comprendere gli esiti del proprio gioco.
Potrete immaginare che questo non è propriamente il miglior approccio strategico. Au contraire, tipicamente conviene attendere.
Con le azioni, spostate o aggiungete cubetti nelle regioni della Britannia, in modo tale che all’arrivo del conflitto, la regione indicata dalla prima carta scoperta sarà lo scenario del conflitto. In più, dopo ogni azione, dovrete prendere un cubetto dalla mappa. In questo modo, radunerete a corte i vostri sostenitori. Vedremo più avanti il loro utilizzo.
L’ordine di risoluzione dei conflitti avviene in base all’ordine delle carte regione. In fase di risoluzione di un conflitto, se una fazione è in vantaggio, sulla regione si alloca un segnalino controllo del colore corrispondente. In caso di parità, si alloca un segnalino nero rappresentante le forze Francesi. Poi si rimuovono tutti i cubi da quella regione.
La partita termina in due modi:
Dopo 3 pareggi, per invasione dei Francesi. Si controllano quanti tris differenti di sostenitori possedete. Chi ha la maggioranza vince e, in caso di parità, vince chi ha giocato per ultimo.
Dopo la risoluzione dell’ultimo conflitto per incoronazione (solo se non si verifica l’invasione). Si crea una classifica tra le fazioni che hanno più segnalini controllo e vince il giocatore che ha la maggioranza di sostenitori delle fazioni in vantaggio.
La storia dietro la seconda edizione
Peer Sylvester firma, in collaborazione con Osprey Games, la prima edizione di The King is Dead nel lontano 2015, reimplementando King of Siam. Il gioco riscuote un buon successo, soprattutto tra i critici di settore. Non sbarca in Italia in edizione localizzata e con il passare del tempo il gioco diventa pressoché introvabile. Nel 2020, Osprey pubblica la sua seconda edizione, con una nuova veste grafica decisamente migliorata grazie alle illustrazioni di Benoit Billion, illustratore specializzato in raffigurazioni medievali. Studio Supernova quindi finalmente trova l’occasione per portarlo in versione localizzata ed eccolo qui, sui nostri tavoli.
A chi consigliare The King is Dead
Per un appassionato come me di giochi di maggioranze, The King is Dead è veramente un titolo che non può mancare in libreria. Unisce tutti gli elementi tipici dei giochi di questa tipologia, in una partita di breve (e più che corretta) durata. La tensione si fa palpabile ad ogni mossa e una scelta sbagliata può spostare in maniera irreparabile gli equilibri del gioco. Un numero limitatissimo di mosse e dovrete pensarle molto bene!
Il titolo offre un’esperienza diversa, ma ugualmente avvincente, in base al numero di giocatori al tavolo. Il meglio, sicuramente lo dà in 3 ed è singolare la modalità di gioco in quattro giocatori a coppie, 2 vs 2.
Ma non sono solo rose e fiori. O meglio, se siete mie anime gemelle sì, ma giocandolo e rigiocandolo, al tavolo ho visto diversi pareri contrastanti. Si riconosce sempre l’eleganza e la perfezione delle meccaniche da orologio svizzero, ma oggettivamente The King is Dead è molto freddo e deterministico. Per chi ama sentire le ambientazioni o vivere una partita a cuor leggero, decisamente questo gioco non è indicato. In più, la sua atipicità che lo rende così caratteristico, allo stesso tempo lo rende disorientante per chi lo prova per la prima volta, spiazzando anche i giocatori esperti. Insomma, il tipico gioco che vuole qualche partita per esser ben assimilato dal punto di vista strategico.
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Si ringrazia Studio Supernova per la copia di valutazione.
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