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Quel momentaccio brutto – 9 – Io speriamo che me la cavo

Gruppo di gioco significa famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato, o dimenticato, o se la lega al dito per una carognata.

Questo capitolo (scritto il giorno di San Valentino, che filologico che sono) è un atto d’amore verso i miei compagni d’avventure.

Se avete letto gli articoli precedenti, avrete ormai capito che ho avuto la possibilità nella vita di giocare praticamente con tutto il Circo Barnum e no, non intendo quello ripieno di fighi di “The Greatest Showman”.

Ma la vita del giocatore da tavolo è così, molte volte si gioca con dei Perfetti Sconosciuti (in questo caso non portate il cellulare), altre volte con simpatici conoscenti, ma tutti abbiamo un gruppo di gioco ristretto che è composto da amici così intimi da essere divenuti una famiglia.

Con loro abbiamo condiviso centinaia di partite. Abbiamo salvato mondi fantasy e ci siamo scornati per vedere chi è più abile a piastrellare il bagno, ci siamo alleati per fermare malattie che si stavano diffondendo nel mondo e sfidati su chi avrebbe avuto la galleria d’arte migliore, abbiamo fermato orde si zombie spawn dopo spawn e ci siamo ammazzati a colpi di dei egizi. E soprattutto tutti ci siamo trovati d’accordo sul fatto che Laukat è un grandissimo artista ma dovrebbe farsi fare il gameplay da qualcun altro.

Se avete un rapporto sano con i vostri amici e questi non sono permalosi come i fan di Fedez, allora potete vivere liberamente la competitività anche quando questa si trasforma in imboscate, sberleffi o pugnalate alla schiena.

[Piccolo excursus a proposito di pugnalate nella schiena. Durante le riprese de “Le Due Torri” Sir Christopher Lee disse a Peter Jackson che la scena in cui Grima pugnala alle spalle Saruman non era veritiera perché un uomo pugnalato ai polmoni non riesce ad urlare, ma emette solo un sibilo che è l’ultimo alito di vita. E calcolando che era stato nella RAF Intelligence durante la guerra nessuno si azzardò mai a chiedergli come mai lo sapesse. Grazie di essere esistito Sir Lee, anche per il tuo album heavy metal].

Immagine: Manfred Werner via Wikimedia Commons

Ci sono però partite in cui anche l’amicizia più salda viene messa a dura prova, soprattutto in quei casi in cui un giocatore viene letteralmente atomizzato da un altro senza apparente vero motivo strategico ma solo perché sembra una cosa carina da fare.

Per questo specifico caso ho diversi aneddoti personali da portare!

Quindi forza, sta a voi decidere, la uno, la due o la treeee?

Nel primo caso si parla di un gioco che ci riporta alle elementari e a quando studiavamo Sumeri, Assiri e Babilonesi, un gioco elegantissimo con delle meccaniche meravigliose di unione regni, conflitti e assegnazione punti per le risorse in minor numero. Bravino sto Knizia, teniamolo d’occhio che magari fa anche qualche altro gioco.

Mancava una sola mossa per unire due regni che avrebbero sicuramente fatto vincere quel giocatore che era lì con la manina sudata, sapendo che nessuno gli avrebbe mai permesso di farlo. Ed invece il giocatore prima di lui decise di attaccare violentemente il terzo giocatore che poveretto se ne stava là ai limiti della mappa come Harry Potter nel sottoscala. Stravittoria e punti di domanda disseminati in tutti i luoghi, in tutti i laghi e in entrambi i fiumi che danno il titolo al gioco.

Nella seconda partita in questione ci si ritrova ai primordi della Terra, in un gioco dalla componentistica geometrica che come pochi punta sull’ambientazione e sulla qualità del font del titolo e dell’immagine sulla scatola. Impossibile riconoscere il gioco se non dicendovi che la seconda metà della precedente frase è completamente falsa. Ed ecco il nostro Specie Dominanti preferito, il gioco che vi farà venire voglia di scassare a martellate tutte le calcolatrici che avete a casa.

In questa storica partita la competizione venne uccisa nei primi dieci minuti di gioco quando una delle razze al tavolo venne letteralmente devastata come neanche Tetsuo riuscì a fare con Neo Tokyo; una specie cancellata dalla faccia della terra che avrebbe potuto cambiare per sempre le sorti dell’evoluzione senza farci tutti comprare Darwin’s Journey al day one.

Vi dico solo che suddetta partita durò altre tre ore e mezza facendo pronunciare la fatidica frase che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire: “Dobbiamo parlare”

Ah, no, l’altra “Se volete possiamo finirla qui e mettere via…

Infine ecco il terzo esempio. Viaggiamo nel Giappone Feudale e se mi fermassi qui avremmo più o meno cinquecento giochi da cui attingere a piene mani (ed io credo di averli tutti). Ma qui parliamo di uno dei miei giochi preferiti, quello che secondo me è la perla di Lang e che secondo tutti gli altri sottolinea la mia totale incompetenza nel settore.

Mappa coloratissima, miniature leggendarie, interazione diretta e soprattutto un’intera fase diplomatica che titilla la mia voglia di parlare e corrompere a destra e a manca.

Durante la seconda stagione due giocatori decidono di allearsi e di fare una strategia comune contro il primo in classifica. Uno dei due si prende il carico di fare scelte e mosse che principalmente favoriscono l’alleato, ma l’importante è il fronte comune! Nel fare tutto questo deve spostare delle truppe via mare, rotte marine controllate dal suo alleato grazie ad una carta speciale. Dopo aver fatto tutti i movimenti quest’ultimo dice al suo valente compagno “Ehm… Per il passaggio su quella tratta devi darmi una moneta”

Ci tengo a dirvi che la scelta di far pagare quella moneta era puramente facoltativa e che, per quanto ogni risorsa in un gioco può essere importante, quella moneta non serviva ASSOLUTAMENTE A NULLA a chi l’ha presa (ma avrebbe poi cambiato tutto per quello che l’ha gentilmente donata).

Cala il silenzio al tavolo. La vittima del raggiro prende la moneta, si alza e si avvicina all’ormai ex sodale guardandolo dritto negli occhi e pronunciando una frase che è entrata nella Leggenda: “Io questa moneta te la do, ma tu mi fai schifo”

Come vedete possono succedere veramente le peggio cose ad un tavolo tra amici, ma l’importante sono le emozioni che si vivono, il tempo passato insieme, la fratellanza che ci unisce.

Anche perchè vi svelo un piccolo segreto, queste partite le ho vinte tutte io (e non sono mai stato il responsabile della carognata).

Fare regali è come dire “ti voglio bene”, su MagicMerchant.it potete trovare tutto quello che serve per farlo perché “ti amo 3000” non vale comunque quanto un “ti amo Imperial 2030”