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Lo spacciagiochi: Santa Monica

Siete pronti a fare due passi sul lungomare di Santa Monica? Oggi ce ne costruiremo uno su misura.

Santa Monica è un gioco di piazzamento carte (o “tableau building”, come si dice in gergo) dove dovremo cercare di scatenare sinergie di diverse tipologie tra le carte.

Santa Monica in una riga

Autore: Josh Wood | Artisti: Jeremy Nguyen, Josh Wood | Giocatori: 2-4 | Durata: 35′-40′ | Età: 14+ | Editore: Little Rocket Games

Santa Monica è una città della contea di Los Angeles (California), il cui molo è una celebre destinazione turistica, nell’omonimo gioco ci troveremo a popolare una parte del suo lungomare costruendo strutture per i turisti o, semplicemente, dando loro luoghi da visitare.

Nella scatola

La scatola è il punto più criticabile del gioco, la classica 30×30 cm (7 Wonders o Ticket To Ride, per capirsi), ma il materiale di gioco starebbe in una scatola ampia un terzo. Qui non è colpa di Little Rocket Games ma di AEG, l’editore originale. Capisco che faccia scena sugli scaffali dei negozi, ma è davvero esagerata.

  • 78 carte + 4 carte riepilogo
  • 17 tessere in cartoncino
  • 28 gettoni in cartoncino
  • 68 meeple + 1 camion del venditore ambulante + 1 segnalino buongustaio
  • 25 Sabbiodollari (monete in legno)

Preparazione

Disponete 8 carte in una griglia 2×4, questo è il mercatino, posizionate al di sotto di due colonne i segnalini Buongustaio e Camion. Prendete una tessera iniziale e i meeple indicati su di essa. Siete pronti a partire.

Ogni tessera iniziale ci indicherà come fare dei punti extra, rispetto alle regole comuni del gioco, un pizzico di asimmetria a cui dovete fare attenzione, può essere cruciale.

La partita

Nel nostro turno potremo fare un’unica azione, ovvero prendere una carta dal mercatino. Le carte sono 8, dicevo, ma solo le 4 inferiori sono disponibili: la carta immediatamente superiore “scende” al posto di quella che prenderemo e la fila che viene rimpinguata pescando dal mazzo è sempre quella superiore (salvo casi particolari).

Potremo giocare la carta o nella parte alta della nostra area (fronte mare) o nella parte bassa (strada), a seconda della tipologia di carta che abbiamo scelto

Santa Monica – partita in corso

Nella foto qui sopra vedete la tesserona in cartoncino da cui si parte e le carte che iniziano a formare l’area di gioco, ma come si fanno i punti?

In Santa Monica, tutto sta nel tenere d’occhio le icone sulle carte, possono essere non immediate, ma basta poco per entrare nell’ottica giusta. Le carte possono far guadagnare sabbiodollari e omini con cui completare gli obiettivi indicati su altre carte. Per riassumere in maniera un po’ brutale, possiamo fare punti in tre modi:

  • Posizionare omini sulle carte che lo richiedono (es. 3 omini di qualsiasi colore = 4 PV nella carta in alto a destra nell’immagine sopra)
  • Mettendo carte adiacenti a carte con simboli particolari (es. un luogo con l’icona gialla dello sport adiacente alla carta centrale in basso = 3 PV), in taluni casi creando catene di icone uguali adiacenti per ottenere più punti.
  • Spostando gli omini verdi (VIP) in dotazione a inizio partita. La tessera iniziale ci dice quale tipologia di luogo piace ai nostri VIP, man mano che le visiteremo lasceremo le impronte (gettoni verdi) che ci daranno PV a fine partita.

Spostare gli omini non è semplicissimo, dovremo acquistare carte che consentono di farlo, ma i punti movimento sono sempre molto pochi e gli omini senza un posto dove andare, tipicamente a fine partita conferiscono dei malus (ci sono tre tessere con condizioni di punteggio aggiuntive, in ogni partita ne useremo soltanto una), insomma, cercate di non strafare.

Il primo a giocare la quattordicesima carta nella propria spiaggia innesca la fine partita, avremo alcuni punti movimento bonus per sistemare gli ultimi omini, dopodiché si calcoleranno i punti.

Conclusioni

Santa Monica non mi ha fatto gridare al miracolo, ma non mi è dispiaciuto. Mi piace molto la meccanica delle due carte che vanno a formare una via un lungomare, ecc. (non a caso ho finanziato Penny Lane su Kickstarter), lo stile del disegno è carino e ci sono parecchi dettagli divertenti.

Proprio la questione dei dettagli divertenti mi porta a un punto negativo di questa edizione: le carte sono rimaste tutte non tradotte e finché ci limitiamo a carte come queste qui sopra, ci si perdono solo alcuni giochi di parole divertenti come il ristorante di pesce “If Fishes Were Dishes” che richiama il detto “If wishes were fishes we’ll all swim in riches”. Qui sopra, vediamo la sala giochi che si chiama Joan of Arcade (Giovanna d’Arco in inglese è Joan of Arc) e la casa mimetica che si chiama “The Camo Lodge”, ovvero “L’hotel Camo”, ma c’è una “F” caduta davanti alla parola Lodge e, leggendo tutto di fila, il cartello sembra dire “camouflage”, (Mimetizzazione).

Dicevo, finché sono cose di questo tenore, il gioco non ne risente, ma capire cosa dice il cartello sulla carta qui sotto è molto importante. La carta è potentissima, ma pone una forte limitazione: non si possono mettere altre carte alla sua sinistra. In buona sostanza, la vostra spiaggia potrà continuare solamente dall’altro lato, se non conoscete l’inglese e usate questa carta senza il malus… beh, è decisamente troppo potente.

Mi sono divertito a giocare a Santa Monica, anche se ho notato un paio di criticità.

  • Se non escono carte che vi danno omini, la partita ne risente, essendo uno dei modi principali per fare punti, nonché il più tematico. Se vedete che succede una cosa del genere, cercate di
  • Se riuscite a fare incetta di carte che vi danno 0,5 o 1 PV per ogni moneta che vi avanza a fine partita, avete praticamente la vittoria in pugno. Il gioco è essenzialmente un solitario di gruppo, ma tenete d’occhio cosa fanno gli avversari e rubate le carte di questo tipo a chi le sta raccogliendo o sarà come lasciare a una persona sola tutte le carte verdi giocando a 7 Wonders.

Detto questo, la rigiocabilità è molto buona, complici alcune tessere che consentono di investire il denaro (Sabbiodollari) per eseguire azioni molto più potenti, tra cui prendere carte dalla fila superiore o persino prendere due carte. Queste azioni sono un po’ il pepe che si aggiunge al gioco che, altrimenti, sarebbe troppo lineare, tenetele d’occhio, potrebbero anche essere lo strumento per fare una corsa verso la fine della partita, nel tentativo di impedire agli avversari la creazione di motori di gioco efficienti.

Insomma, seppure con i suoi difetti, Santa Monica è un gioco che mi è sembrato carino e a cui ho giocato volentieri, tenendo conto di ciò che vi ho scritto, se vi capita consiglio di dargli un’occhiata, magari quando c’è qualche promozione su MagicMerchant.it