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Dal diario di un viaggiatore anonimo: JAWS OF THE LION

Un gioco cooperativo d’avventura che ti cala nei panni di quattro mercenari senza scrupoli costretti ad affrontare un pericolo molto più grande di loro!

“Sotto la città, pulsa un cuore di tenebra. Qualcuno si muove celato sotto un logoro cappuccio. Il male sta per sorgere.”


Carta d’identità


Primo impatto: grafica e componenti

Una scatola compatta che racchiude più di venti avventure al suo interno. Rispetto a Gloomhaven, il suo arcinoto fratello maggiore, questo titolo presenta un risparmio di spazio considerevole, soprattutto grazie alla scelta elegante e funzionale di racchiudere i vari scenari di gioco in due quaderni ad anelli che, combinati, forniscono ai giocatori tutto l’occorrente per affrontare un capitolo della campagna. 

I personaggi disponibili sono quattro, ciascuno con tre piccole scatole dedicate. La più grande contiene la scheda personaggio, una plancetta personale e le carte azione (cuore pulsante del gioco); le due scatole più piccole contengono la miniatura dell’avventuriero e una piccola sorpresa che verrà rivelata negli scenari avanzati. I personaggi sono ben caratterizzati e funzionano alla perfezione, soprattutto se la squadra è al completo.


I quattro mercenari si troveranno immischiati in un piano elaborato che va oltre alle missioni quotidiane per cui vengono solitamente ingaggiati. La storia è un’ottima cornice al vero fulcro del gioco: i combattimenti. Gli evocativi disegni dei mostri sono stampati su comodi standees in cartone, funzionali ed economici anche se fanno storcere il naso agli amanti delle miniature.

Completano l’opera una notevole quantità di carte e segnalini in cartone di discreta fattura. Unica nota dolente: non è così semplice risistemare tutto il materiale nella scatola in modo da richiuderla perfettamente.


“Anche se siamo mercenari senza scrupoli, rimaniamo fedeli l’uno all’altro. Solo coprendoci le spalle a vicenda riusciremo a portare a casa la pelle!”


L’utile e il dilettevole: meccanica e tema

La regola di base è molto semplice. Porto in missione il numero massimo di carte consentito dal mio personaggio, a inizio round ne scelgo 2 e le metto coperte sul tavolo. Tutti i giocatori svelano la più bassa e il numero al centro decreta l’iniziativa. Tutte le carte sono divise in due parti e ogni giocatore nel proprio turno dovrà svolgere l’azione riportata nella parte superiore di una delle due carte e quella inferiore riportata sull’altra. I mostri agiscono in modo analogo con il proprio mazzo specifico, ma hanno un’unica azione tipicamente più strutturata e influenzata dalle capacità base della creatura.

Tutto qui. In questa meccanica essenziale è riassunto l’intero gioco. Saranno le carte a dare colore all’avventura. Potremmo muoverci sulla mappa, attaccare, interagire con gli oggetti dello scenario e trarre energia dagli elementi della natura per potenziare le nostre azioni.

Ogni cosa è ben tematizzata e si sposa alla perfezione con le caratteristiche degli avventurieri e dei mostri che dovranno affrontare. La storia di fondo conferisce un sapore diverso ai singoli scenari anche se il combattimento rimane il punto centrale di ogni singola missione.

Buona anche la resa della crescita di livello. Con l’aumentare dell’esperienza i personaggi acquisiranno nuove carte e capacità, diventando sempre più versatili e competitivi.


“Lanciai la mia ascia che si conficcò nel petto del vermling di fronte a me. Cadde esanime. Era l’ultimo. Guardo i miei compagni, feriti ma pronti a rimettersi in marcia. La strada è ancora lunga…”


Conclusioni: pro e contro

Il regolamento è organizzato come un vero e proprio tutorial, apri la scatola e inizi a giocare! Le regole di base sono piuttosto immediate, ma gli elementi da tenere in considerazione aumentano di missione in missione. Come già evidenziato in precedenza, il titolo dà il suo meglio in quattro giocatori. La difficoltà degli scenari si adatta al numero di avventurieri e al loro livello medio, ma le singole abilità brillano davvero quando sono in sinergia con quelle degli altri compagni.

Gli scenari sono sfidanti ma non frustranti. In ogni fase di gioco ci si sente coinvolti e non ci sono tempi morti, anzi, le cose da gestire sono parecchie ed è consigliabile dividersi i compiti per non tralasciare nulla (controllo dei mostri, gestione degli elementi naturale, assegnazione danni, etc…). La parte narrativa è ben scritta ma, a mio parere, poteva essere maggiormente approfondita. Spesso si riduce a poche righe descrittive che introducono il capitolo senza coinvolgere troppo i giocatori che ben presto saranno concentrati più sulle tattiche di combattimento che sullo scopo ultimo della missione.

Le ombre in questo titolo si riducono davvero a poche inezie. Se vi piace sedervi intorno a un tavolo con i vostri amici e gettarvi in un dungeon pieno di losche creature e tetri cultisti, non potete assolutamente perdervi questa avventura!