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Quel momentaccio brutto – 1 – Per qualche risorsa in più

Piomba giù dal cielo il primo capitolo di “Quel momentaccio brutto”, una nuova rubrica che affronterà i peggiori momenti chiunque giochi da tavolo ha vissuto o sentito raccontare almeno una volta nella vita.

Toccate ferro e sperate che i prossimi non siate proprio voi!

Sipario.

Serata gioco.

Insieme agli amici esperti, ma così esperti che vorresti affidare a loro la gestione del Primo Impero Galattico o la viabilità del Grande Raccordo Anulare.

Viene proposto il cinghialone setoloso di cui vi siete già bellamente studiati il regolamento meglio di quell’ultimo esame di laurea per cui avete pianto lacrime di sangue per prendere un diciassette e mezzo e pacca sulla spalla.

È la vostra occasione per brillare! Strabiliare la platea! Far strabuzzare gli occhi come neanche le copertine di Max anni ’90!

Avete già in mente quella combo che vi fa venire l’acquolina in bocca da settimane, quella per cui la vostra compagna vi chiede come mai nel sonno avete cominciato a parlare dicendo “Due legni, quattro grani, sette carboni, cinque monete” quando lei sperava elencaste la lista della spesa.

Il gioco comincia e già conoscete la plancia meglio della piantina di casa vostra, sareste pronti a fare una perizia di quel rettangolo di cartone, ma soprattutto guardate le varie montagnette di segnalini risorsa e già li sentite tintinnare tra le vostre mani, anche se non è ancora arrivato neppure il vostro turno ed i giocatori prima di voi sono così pensatori da aver preso parte alle riprese di Oppenheimer.

Il gioco scivola via tranquillo, tanto è il classico solitario multigiocatore in cui potreste farvi una chiamata con il vecchio compagno delle medie che si è trasferito a Auckland per fare il salumiere ovino e nessuno se ne accorgerebbe più di tanto.

State attenti solo che non blocchino proprio tutti gli spazi che vi servono per il vostro Piano Geniale, ma c’è talmente poca interazione da far sembrare Terra Mystica un Demolition Derby per cui continuate a crogiolarvi nella vostra sicumera.

Tutto sta andando secondo i piani, nonostante pensiate di essere i più scafati giocatori di poker del mondo non riuscite a trattenere quel sorrisino di soddisfazione che vi fa somigliare a Ditocorto quando vede il vestitino goth di Sansa.

Immagine: TheDardanian on DeviantArt

Anche i vostri avversari cominciano a temere l’asfaltata storica vedendovi con quell’aria da chi ha sbloccato il sesto chakra ed è sulla via dell’Illuminazione e le loro mani cominciano a sudare copiosamente; fortunatamente le carte hanno 4 bustine protettive per evitare problemi di qualsiasi genere (tranne la lamentela che poi “non ci stanno nella scatola”).

Il tempo vola ed arriva il famigerato ultimo turno, quello in cui sfoggerete una combo talmente devastante che Athena Exclamation levate proprio! Una cosa che vi ci vorranno 5 minuti per poter completare e li assaporerete tutti, sotto le luci dei riflettori, in un ralenti di Sneyderiana memoria.

Ma…

Aspetta…

Dove cavolo è finito quel cubetto nero????

Sono sette! Li avete contati bene! Sapete contare dalla tenera età di ventiquattro anni, non è possibile che vi siate sbagliati!!!

Deve essere passato il folletto delle risorse! Quella carogna per trovare i soldini per la Fatina dei Denti si smercia i vostri cubetti nei peggiori bar di Caracas!

Oppure il vostro vicino di sedia l’ha preso e nascosto per poi dire “Sorpresaaa” come faceva mio padre quando da bambino si intascava un pezzo dei puzzle per poi poterlo mettere lui per ultimo vedendomi annegare nelle lacrime (ebbene si, questa rubrica affronterà anche i miei irrisolti problemi psicologici).

Deve essere per forza così, non può essere che… maronna… la mossa al terzo turno vi è costata tre cubetti, non due… eravate troppo presi dalla vostra chiamata intercontinentale per ordinare salami di capra e non ve ne siete resi conto…

Gli occhi di tutti sono su di voi. Non solo quelli dei compagni di tavolo che ora sembrano i simbionti di Spider-Man con le loro lingue guizzanti nel cielo, ma proprio quelli di tutte le persone nel locale. Nel quartiere. In città. Nel continente. Nel nostro sistema solaaareee.

Immagine: global99 on DeviantArt

Avete pochi secondi per trovare una soluzione di ripiego come una Pepsi quando agognate una Coca mentre vorreste solo sotterrarvi in un buco talmente profondo che potreste avere la speranza di trovare un giacimento di carbone vero e pagare la mossa con quello.

La vostra esperienza ludica avrà un prima e un dopo rispetto a questa serata; “Prendo risorse” sono le ultime parole che pronunciate in una vita in cui potevate ancora guardare gli altri giocatori negli occhi e dirgli “Squillo comunque non è poi così male” e non sembrare dei completi imbecilli. Credo.

Finite terzi. Neanche ultimi con un aneddoto tristissimo che potreste raccontare con in sottofondo i violini tzigani ma nell’anonimato del terzo posto su quattro, quello riservato ai personaggi che nessuno si ricorda come… Quello lì dai, l’amico dell’eroe, quello con quella frase simpatica che adesso non mi viene in mente.

Sulla strada del ritorno a casa vi fermate al distributore di sigarette per annegare il vostro dispiacere nel fumo. Prendete il portafoglio. Vi mancano 10 centesimi.

Sipario.

Se siete sicuri di avere abbastanza soldi sul conto, andate a dare un’occhiata a MagicMerchant.it per trovare tanti altri giochi che sono comunque meglio di scavare effettivamente in miniera!