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Giochi Atipici – Pyramidice

Pyramidice è il primo gioco della Ergo Ludo Editions e distribuito da Ms Edizioni. Ambientato nell’antico Egitto saremo degli architetti incaricati dal faraone a costruire maestose piramidi. Come? Con i dadi.

Nato dalla mente di Luigi Ferrini, abbiamo davanti un family plus, anche se non lo consiglierei a un neofita non avvezzo a questa tipologia di giochi, per quanto semplice il gioco non è per niente scontato.

Ma andiamo per ordine.

L’ambientazione è interessante ma sicuramente poco sentita a parte leggermente nella costruzione delle piramidi, per il resto è un astratto.

La grafica di Marco Pantaleoni e le illustrazioni di Quentin Regnes e Oscar Casel sono eccezionali il punto di forza dell’intero gioco, peccato per le carte, quei disegni sono così belli che avrebbero meritato più spazio. L’iconografia all’inizio può non sembrare chiarissima ma ogni simbolo è spiegato singolarmente nel regolamento, dopo la prima partita non sarà più necessario consultarlo.

Passiamo ai materiali, grande pecca del gioco secondo me, a parte i dadi che hanno un bel finish e fanno un suono bellissimo quando vengono lanciati, il resto mi ha molto deluso. Scomodissima la plancia con la sfinge, basta prendere una tessera e state sicuri che si sposterà, per non parlare dei segnalini segnapunti, piccoli e con quella forma triangolare da renderli poco ergonomici. Le tessere sono passabili, il cartone è abbastanza spesso, ma non parliamo delle plance giocatore, sono dei cartoncini sottili, ho un odio profondo quando sono realizzate così, hanno molta probabilità di rovinarsi. Le carte sono sottili, sicuramente da imbustare, gatti e lavoratori sono di un materiale leggero soprattutto questi ultimi, si ha sensazione quando si prendono in mano che si debbano rompere da un momento all’altro. Insomma, nel 2024 mi sarei aspettata una attenzione molto superiore a questo aspetto.

Il prezzo, però, è giustificato per la cura e lo studio che c’è dietro il gioco; si nota soprattutto nel regolamento: ogni carta divinità ha una descrizione storica di quest’ultima, cosa che per un’amante di storia come me è una chicca assai gradita. Il manuale, poi, per il resto è molto dettagliato, ogni simbolo come detto prima è descritto e non lascia dubbi.

Parliamo però del gioco in sé, sono stata fino all’ultimo indecisa sull’acquisto: l’idea dei dadi mi piace, ma avevo paura che fossero poco controllabili. In realtà mi sono dovuta ricredere. Sconsiglio di giocarci con un neofita, diventa troppo banale, mentre con giocatori esperti muta in un gioco assai sfidante. L’interazione è indiretta, ma sia sulle piramidi che nella presa delle carte diventa assai cattiva, si può scartare proprio la divinità che il tuo avversario stava puntando o aggiungere nella piramide un dado che evita all’altro giocatore di fare punti. Anche togliere la tessera riposo migliore, è un buon modo di mettere i bastoni tra le ruote, ma ricordate che alla terza che avrete davanti ritorneranno tutte disponibili e state sicuri che non resteranno lì per molto. 

La scalabilità è ottima, in qualsiasi numero di giocatori il gioco gira bene, in due si giocherà con un’unica piramide permettendo così l’interazione. I tempi non cambiano, il gioco anche in quattro ha una durata molto contenuta. Il solitario poi è molto interessante e sfidante, dietro ogni plancia c’è un automa di difficoltà diversa, ancora non sono riuscita a battere quello con difficoltà uno, non oso immaginare gli altri.

La variabilità c’è, e questo garantisce longevità al gioco. Ad ogni partita le tessere riposo, le carte divinità e le carte scarabeo sono sempre diverse; forse avrei preferito qualche carta obiettivo in più, dopo un po’ di partite, bene o male, quando l’avversario costruisce la piramide si capisce qual è l’obiettivo segreto. Anche le carte scarabeo che danno un’abilità diversa a ogni giocatore e le varie combo che si possono fare con le carte divinità danno un tono diverso ad ogni partita.

Le combo a mio parere sono la parte più bella del gioco: se riusciamo a prenderci quelle carte che insieme ci portano ad accumulare punti, state sicuri che daremo filo da torcere al nostro avversario. Non sarà comunque facile, se gli altri giocatori terranno d’occhio il nostro gioco, riuscire ad ottenere le divinità migliori, per questo sconsiglio di giocarci con un neofita: non riuscirebbe a stare attento alle nostre azioni e ci permetterebbe di fare il nostro gioco tranquillamente, rendendolo un solitario di gruppo, cosa che in fondo Pyramidice non è. Lo sconsiglio anche a chi mal digerisce l’alea che purtroppo qui è abbastanza presente: sì, ci sono i gatti per modificare il valore dei dadi, ma in alcuni turni i lanci possono essere molto sfortunati e ci ritroveremo a fare poco e niente. Soprattutto ai primi turni quando siamo ancora senza carte divinità.

In conclusione mi sento di consigliare Pyramidice? Assolutamente sì. La cura nei dettagli (addirittura le abilità delle carte divinità sono collegate al loro culto) mettono in evidenza lo studio che c’è stato dietro e questo rende il gioco ancora più apprezzabile.

Pyramidice è un gioco principalmente tattico, con un pizzico di strategia. Non si distingue per originalità, però già il fatto di non essere un solitario di gruppo nonostante la poca interazione indiretta lo distingue da altri titoli che non riescono a sfuggire a questa caratteristica. Nonostante la mia titubanza iniziale, insomma, sono stata piacevolmente colpita: con la sua semplicità e il suo non essere scontato Pyramidice mi ha conquistata.

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