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Pueblo, una perla che torna sui nostri tavoli

Oggi vi porto a scoprire la nuova edizione di Pueblo, un gioco astratto del 2002, che torna in una veste nuova per farci nuovamente costruire la città del Centro America.

Pueblo è un gioco inizialmente edito da Ravensburger nel 2002 ma che è stato rieditato completamente dal punto di vista grafico (per quanto di grafico non abbia molto) nel 2024 da Mojito Studios. Questa nuova edizione è disponibile proprio da oggi, 12 aprile, in italiano per merito di Uplay edizioni.

La parte di regole è invariata rispetto alla vecchia edizione e, se l’avevate già provata, questa è una buona notizia. Infatti il duo Kiesling (Azul) e Kramer (El grande) hanno dimostrato già più volte le loro doti autoriali e probabilmente l’editore non ha ritenuto necessario nessun ritocchino alle regole.

Come si gioca

Il gioco è ambientato nel Centro America dove i giocatori devono costruire un nuovo Pueblo (che significa: popolo, luogo, paese) senza mettere in mostra i propri materiali. Ok, l’ambientazione non è il suo punto di forza, è estremamente appiccicata e, per farvi capire, è importante quanto lo è in Azul.

Pueblo è un gioco competitivo in cui lo scopo del gioco è vincere e vince chi fa meno punti. Ogni giocatore inizierà la partita con pezzi del proprio colore e pezzi di un colore neutro in numero variabile in funzione del numero dei giocatori. I pezzi dovranno essere organizzati a coppie di pezzi in cui ogni coppia ne ha uno del proprio colore e uno neutro.

Nel proprio turno il giocatore deve prima piazzare uno dei propri pezzi prendendo l’unico “non accoppiato” se disponibile oppure un pezzo da una coppia; ovvero se si giocherà il blocco neutro rompendo una coppia il turno successivo si sarà obbligati a giocare il colorato della stessa coppia. Nel piazzamento valgono le solite regole di buonsenso: non può uscire dal perimetro, tutti e 3 i lati inferiori devono toccare (ovvero non può lasciare vuoti sotto).

Dopo aver posizionato il proprio pezzo il giocatore dovrà muovere il Capotribù di un numero di passi compreso tra 1 e 4 in senso orario lungo il perimetro dell’area di piazzamento. Al termine del movimento il capotribù assegnerà dei punti (promemoria: i punti sono una cosa negativa) a tutti i pezzi colorati visibili dalla sua posizione sulla riga o colonna su cui si è fermato. I punti negativi assegnati saranno 1 per ogni piano a cui si trova il pezzo: 1 punto al piano terra, 2 punti al primo piano, 3 punti al secondo piano ecc… Se il Capotribù si ferma nell’angolo della plancia guarda la costruzione dall’alto limitandosi a 1 quarto della plancia, la parte adiacente al vertice in cui si è fermato. In questo caso verrà assegnato 1 punto per ogni quadrato visibile di un certo colore, indipendentemente dal piano in cui si vedono.

Quando i blocchi sono terminati il capotribù farò un giro completo del perimetro assegnando i punti per ogni casella e poi la partita sarà terminata e, come non succede quasi mai, chi ha meno punti sarà il vincitore!

Il regolamento include poi una variante per esperti in cui si introducono ostacoli al posizionamento che rendono più difficile la costruzione dei blocchi. Viene introdotto inoltre un sistema di aste per assegnare i turni di gioco che cambieranno a circa metà partita (tramite una seconda asta), per il dettaglio di questa variante vi invito a fare riferimento al regolamento.

Esiste infine un’ulteriore regola opzionale che può essere aggiunta sia al gioco base sia alla variante per esperti denominata variante “demolizione” in cui, al termine della partita, i giocatori proseguono il gioco sostituendo la prima aione di “costruzione” con un’azione di “demolizione”.

Cosa ne penso

Come ho già detto il gioco è un astratto con l’ambientazione appiccicata, onestamente se ci si voleva appiccicare un’ambientazione forse mi sarei sforzato di trovare qualcosa di più accattivante; però vi consigliere di non includere l’ambientazione nelle vostre valutazioni di acquisto in quanto è totalmente un gioco astratto e va giudicato in quanto tale.

I materiali sono nella media buoni, voto ottimo a tabellone e ai pochi token di cartone presenti, sono spessi il doppio dei classici token “molto spessi”, in pratica la plancia tonda non si imbarcherà mai. Voto invece inferiore ai blocchi di legno che sono grossi solidi e con bellissimi colori ma alcuni (una minor parte) hanno piccoli difetti di incollaggio che li rende, quando incastrati agli altri, un po’ antiestetici. Sia chiaro che è un difetto che notano persone puntigliose e che in nessun modo rovina l’esperienza di gioco. La grafica del tabellone personalmente non mi piace, molto più bello è lo stile della scatola che però non si trova sulla plancia. Dal punto di vista ergonomico l’unica cosa che non mi è piaciuta sono i segnapunti triangolari su tracciato triangolare che quando avanza di un numero dispari di spazi va ruotato, oppure tenuto non centrato nella casella.

Ma veniamo alla polpa: le meccaniche! Dal punto di vista meccanico a parer mio funziona alla perfezione, poche regole, nessuna casualità ma molta profondità. Ovviamente devono piacervi gli astratti totalmente privi di alea e a informazione completa. Durante le partite, soprattutto se giocate con gli stessi avversari, noterete una crescita e comincerete ad aggiungere variabili alle vostre scelte, come ad esempio:

  • posizionare il blocco per minimizzare le superfici esposte;
  • posizionare il blocco in un’area in cui il Capotribù passerà tra più tempo per permettere di coprirli in un secondo tempo;
  • posizionare un blocco per forzare il posizionamento di un avversario;
  • prepararsi lo spazio per un blocco (sperando che l’avversario non ce lo rubi);
  • muovere il Capotribù in modo di massimizzare i punti assegnati agli avversari;
  • muovere il Capotribù per vincolare il movimento dell’avversario nel turno successivo;

Nel gioco base la situazione iniziale è sempre la stessa quindi è evidente che c’è la possibilità di rigiocare due partite identiche. Questa è comunque bassa perché i possibili piazzamenti già dopo pochi turni diventano tantissimi. Se però pensate di aver trovato l’apertura perfetta vi basterà aggiungere i giardini che vincolano i posizionamenti che sono 4 e se ne possono aggiungere a piacere da 1 a 4 in qualsiasi posizione creando un’infinità (non sono davvero infinite, ma più di 2 milioni) di situazioni di partenza diverse.

Per quanto riguarda la scalabilità il gioco cambia decisamente se si è in due o in più di due. Essendo un gioco in cui di fatto si danno solo punti agli avversari per farli perdere, in un gioco a due ogni punto dato all’avversario è un punto in più verso la vittoria. In più giocatori invece bisogna cercare di capire anche quale avversario è più avanti e il segnapunti è indicativo SOLO dei punti già addebitati, ma bisogna tenere conto anche del giro conclusivo che farà il Capotribù.

Nel complesso ho trovato alcune cose che non mi son piaciute in ambientazione, grafica ed ergonomia ma ho davvero apprezzato invece le meccaniche semplici, pulite ma profonde. Se pensate che Pueblo possa essere fare al caso vostro lo trovate disponibile esattamente da oggi!