Giochi da biblioteca #006: L’ultimo rituale
L’ultimo rituale è il secondo libro, edito da Aconyte e portato in Italia da Asmodee, che si basa sul celebre gioco in scatola Arkham Horror.
Avevamo parlato tempo fa in un articolo di Geek.pizza di questa nuova “operazione” con la quale Asmodee avrebbe portato in Italia i libri della Aconyte, casa editrice specializzata in romanzi ispirati ai giochi da tavolo. In un articolo precedente avevamo anche già parlato de “La collera di N’Kai”, il primo dei romanzi ispirati alla linea Arkham Horror.
La collana continua con questo nuovo racconto, che ha in comune con il precedente solo ambientazione e citazioni ludiche sapientemente sparse, ma che costituisce una storia a sé, con diversi protagonisti e diverse situazioni.
Il mito dietro il romanzo “L’ultimo rituale”
«Era un Tutto-in-Uno e un Uno-in-Tutto di illimitato essere e sé — non solamente un essere di uno Spazio-Tempo, ma connesso all’essenza ultima ed animante dell’intera ed illimitata curva dell’esistenza — la curva finale e completa che non ha confini e che si estende allo stesso modo verso sognatori e matematici. Era forse quello che certi culti segreti della terra avevano sussurrato come YOG-SOTHOTH, e che era stata una divinità sotto altri nomi; ciò che i crostacei di Yuggoth adorano come l’Altrove, e che i cervelli eterei delle galassie a spirale conoscono attraverso un Simbolo intraducibile…»
H.P. Lovecraft ed E. Hoffmann Price
Rispetto al primo libro è meno “dichiarato” su quale mito venga intessuta l’intera vicenda. Sarei propenso a chiamare in causa Yog-Sothoth, signore della magia, colui che vive fra gli interstizi dei mondi e si palesa in essi solo per cibarsi.
Lo confermerebbe sia la figura del sacerdote, capace di essere in più luoghi contemporaneamente, sia la particolare natura della vicenda, molto incentrata su un aspetto esoterico tipico della figura di questo Antico… e di cui non parlerò per evitare spoiler!
Compare per la prima volta nel romanzo “Il caso di Charles Dexter Ward, scritto da Lovecraft nel 1927 ma pubblicato solo nel 1941, dove viene descritto come un insieme di globi luminescenti.
Ne L’ultimo rituale la sua influenza sembra più forte rispetto a quella dell’antico di N’Kai.
L’ULTIMO RITUALE
SINOSSI
L’aspirante pittore Alden Oakes, dopo un viaggio in Spagna in cui ha una esperienza mistica e scioccante durante una antica celebrazione contadina, rientra in America e decide di unirsi ad una bizzarra comune di artisti ad Arkham: la Nuova Colonia. Durante quella permanenza, matura la consapevolezza che ad Arkham stia succedendo qualcosa di strano: misteriose sparizioni e orribili delitti sconvolgono la città ma, a parte lui, nessuno sembra collegarli.
Quando il famoso surrealista spagnolo Jean Hugo Balthazarr visita la colonia, Alden e gli altri artisti si lasciano stregare dal suo fascino carismatico. Balthazarr organizza una serie di feste decadenti per l’èlite di Arkham, mettendo in scena arcane illusioni che velano i confini fra incubo e realtà.
Solo con il tempo Alden arriva a sospettare che i finti rituali di Balthazarr siano volti ad aprire un varco in quei confini e liberare ciò che vi sta dietro. Alden deve agire, ma potrebbe essere già troppo tardi per salvare se stesso e men che meno Arkham.
L’ANIMA SENSIBILE DEGLI ARTISTI
Protagonisti di questa vicenda sono Alden e Nina, due artisti che, conosciutisi ad una festa privata, si ritrovano al centro di un intrigo di sparizioni, strani segni che compaiono ovunque e visioni agghiaccianti. I personaggi sono descritti in modo efficace, credibili nelle loro reazioni e presentati in un modo che mi ha ricordato i romanzi di Stanley Grauman Weinbaum (La fiamma nera), con il protagonista principale maschile messo un po’ in ombra da quello femminile, più intrepido, intrigante e misterioso. Lo stile e la storia si avvicinano molto allo stile “weird” degli anni ’60 e ’70, con arcani rituali e degli “eroi” impegnati a sconfiggere il male… compresa la sfumatura “romance” che a tratti prende il romanzo… un aspetto che non mi è dispiaciuto e ha aggiunto un certo fascino a tutto il racconto.
Oltre ai protagonisti, altre figure non meno interessanti popolano il racconto: dagli amici che organizzano la strana festa all’inizio della vicenda, a nomi come Norman Withers, l’astronomo della Miskatoni University, e Kalvin Wright, che nel romanzo ricalca la storia del personaggio del gioco!
IL LATO ARTISTICO DI ARKHAM
L’intera vicenda si svolge attorno alla Nuova Colonia degli Artisti di Arkham, un edificio ristrutturato di recente e che presenta zone comuni, stanze piccole e corridoi tortuosi ed angusti. Mi ricordo di averlo visto la prima volta nell’espansione “Orrore di Kingsport” di Arkham Horror Seconda edizione, e questo aspetto delle colonie di artisti tipiche dei primi decenni del XX secolo mi ha sempre affascinato.
La colonia degli artisti non è l’unico luogo ben noto a tutti i giocatori di Arkham Horror (specie la Terza Edizione): vi troviamo l’osservatorio e la biblioteca dell’università, i moli, l’isola inviolata e la caverna nera, luogo misterioso e sede di una distilleria clandestina.
I protagonisti si spostano spesso nei luoghi della città, riportando alla mente proprio le partite ad Arkham Horror, in cui ti sposti spesso nelle varie locazioni per cercare indizi e avere Incontri!
UN RITUALE… SFUGGENTE
L’ultimo rituale mi sembra un libro scritto con una certa cura del particolare, in special modo trattando argomenti di natura esoterica. Rispetto al precedente l’attenzione si sposta più al lato misterioso e magico, l’orrore è meno latente e più presente, gli esseri sovrannaturali agiscono lungo il racconto e l’atmosfera è un po’ più macabra.
Di contro il racconto mi sembra a tratti un po’ troppo “calcato”: nonostante l’indubbio fascino delle situazioni che vengono narrate, a volte si fa un po’ fatica a trovare un perché agli avvenimenti, una descrizione che non venga percepita come fine a se stessa, estetica, tesa solo a rimarcare l’atmosfera della storia.
Alcune cose vengono lasciate in sospeso, altre si inseriscono appena nel tessuto narrativo. Beninteso, tutto ci sta, ma la sensazione è quella di una “profondità superficiale”, un dire cose inutili tanto per far sembrare tutto più oscuro.
UN LIBRO E UNA SERIE
L’ultimo Rituale mi ha ricordato un po’ una serie in onda su Netflix intitolata “Archive 81 – Universi alternativi”.
Chiariamo subito: la serie non ha nulla a che vedere con la trama di questo libro, ma i fatti che vi vengono narrati, l’epoca cui appartengono alcuni protagonisti, i personaggi e le situazioni mi hanno fatto accostare il libro a questa serie, mi ha dato quasi le stesse sensazioni. Chissà che l’ultimo rituale non sia stato proprio quello…
L’AUTORE: S. A. SIDOR
S.A. Sidor è autore di vari dark crime triller e di splendidi romanzi di avventura in stile pulp che fanno parte della collana “Institute For Singular Antiquities”. Vive vicino a Chicago con la sua famiglia.
LA CASA EDITRICE: ACONYTE BOOKS
ACONYTE è la divisione romanzi di Asmodee Entertainment che fa suo lo slogan di Asmodee: “Giochi fantastici, storie incredibili!” e crea contenuti nuovi ed entusiasmanti da sfruttare su ulteriori piattaforme di intrattenimento.
Il suo obiettivo è diventare un partner di riferimento per la narrativa di tutti i più popolari brand amati dalle nuove generazioni e che spaziano dai giochi in scatola ai fumetti ai videogiochi.
Al timone della Aconyte, Marc Gascoigne, recentemente editore e MD della pluripremiata casa di fantascienza Angry Robot.
Aconyte ha iniziato a pubblicare all’inizio dell’estate 2020, producendo tascabili ed ebook per gli Stati Uniti, il Regno Unito e i mercati di esportazione.
Potrete trovare questo libro in vendita [qui] insieme al gioco che lo ha ispirato!
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