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HO RICEVUTO UN GIOCO DA UN EDITORE: la mia recensione è condizionata?

Il mercato del gioco da tavolo è in espansione e i contenuti sul web inerenti al tema aumentano. Le case editrici sostengono con copie valutative chi si occupa a determinati livelli di allargare il pubblico di possibili acquirenti. C’è realmente il rischio che questi siano influenzati nei loro giudizi?

Andiamo dritti al punto: leggo sempre più spesso una serie di luoghi comuni pregiudizievoli sui recensori/divulgatori/content creator (diciamo sempre genericamente recensori d’ora in poi) che si occupano di giochi da tavolo. Mi sento parte della categoria e, nonostante non mi sia ancora avventurato in critiche dirette nei miei confronti, vorrei dire la mia sul tema sulla base della mia, seppure limitata, esperienza.

I commenti cambiano, ma il messaggio, ahimè, tende spesso verso una certa direzione e partirei proprio da uno di essi, letto ultimamente, per rendere l’idea:

“Secondo me rimane un problema di base: gli youtuber recensiscono giochi che gli vengono regalati, in alcuni (anche se pochissimi) casi vengono anche retribuiti per questo. Per quanta buona fede possano avere, è difficile che siano totalmente obiettivi sui giudizi. Preferisco di gran lunga le recensioni scritte da chi il gioco lo ha pagato e può essere mentalmente libero di esprimere quel che crede.”

anonimo

Non scelgo questo commento a caso: tra tanti è espresso con pacatezza (non è sempre detto che i toni siano questi) e mostra chiaramente l’assioma:

Gioco “regalato”? Recensione condizionata.

Proverò a esplicitare i punti chiave di ciò che viene contestato ai recensori tipicamente e a rispondere puntualmente.


CONTESTAZIONE #1: Non potete essere obiettivi se vi regalano i giochi!

In molti campi, se sei un recensore, è probabile che tu abbia modo di avere contatti diretti con chi produce il bene di tuo interesse: nel nostro caso, le case editrici. Chiaro che le case editrici abbiano interesse di far conoscere i loro titoli e sono loro stesse che spesso contattano direttamente i recensori, fornendo diversi servizi come ad esempio comunicati stampa periodici e invio di copie valutative.

Attenti al termine: le copie valutative, a volte dette anche “copie review”, non sono né un regalo, né un omaggio.

C’è un gentlemen’s agreement tra la casa editrice e il recensore che le riceve, ovvero che il recensore parlerà del gioco in questione, lasciando a lui modi, tempi e soprattutto eventuali giudizi sul titolo. Insomma, nessuno mi obbliga a fare nulla, visto che non sono pagato per farlo, ma chiaramente se la casa editrice mi invia un gioco, mi impegnerò a provarlo e a parlarne attraverso i miei canali di competenza.

Tra l’altro sappiate che non sempre le copie valutative sono completamente gratuite: con i tempi che corrono, alcune case editrici riescono ad offrire solo copie a prezzo ridotto.


CONTESTAZIONE #2: Venite pagati! Siete in malafede!

In taluni casi, soprattutto quando i numeri del pubblico in ascolto aumentano, tutto questo si potrebbe trasformare in un rapporto retribuito. In questo caso, tutto cambia: il recensore percepisce un compenso economico e sarà sua premura evidenziare che il contenuto è sponsorizzato. Chiaro che in questo caso, non si può considerare l’obiettività del contenuto, perché di fatto il recensore si presta come testimonial di una pubblicità, ma non possiamo mescolare le cose. Preciso inoltre che molti colleghi quando effettuano prestazioni sponsorizzate, realizzano tutorial, gameplay, etc. ma si evita il giudizio diretto, proprio perché in questo contesto questa parte perde senso.

In questo tipo di dinamica non ci vedo assolutamente nulla di male: Vi siete mai lamentati guardando la tv dello spot che parla sempre bene dell’anticalcare? Non credo.

Quindi, chiudo questa parentesi e torno a parlarvi del contesto precedente che mi sembra più sensato da affrontare.


CONTESTAZIONE #3: Chi vi vieta di parlare sempre bene di qualsiasi gioco? Vi conviene!

La risposta è semplice: il pubblico, o perlomeno qui è il fruitore che dovrebbe fare la differenza.

Ipotizziamo che domani The Green Player ceda al lato oscuro della forza: ogni titolo trattato diventa un “GIOCONE” assolutamente imperdibile e che un qualsiasi fruitore venga convinto dell’acquisto. Il primo gioco, poi il secondo, poi il terzo: tutte fregature. Risultato? The Green Player perde un “follower”.

Questa dinamica, su grande scala, ammazzerebbe la credibilità (e i numeri) di chiunque.

Siamo sicuri che questo porti un vantaggio sul lungo termine? Che nonostante tutte le ottime recensioni, le case editrici continuerebbero a supportare un recensore malvisto dal pubblico?


CONTESTAZIONE #4: Non scrivete mai recensioni negative!

Chiaramente facendosi un giro sul web, la maggior parte dei contenuti che troverete tenderanno al positivo. Non c’è chissà quale cospirazione: provate per un secondo a mettervi nei panni di chi fa le recensioni, facendo un piccolo gioco:

the-green-player-youtuber-in-action recensione

Vi contatta la casa editrice JohnDoe che vi propone di inviarvi la copia valutativa del suo nuovo kickstarter da 400€, pieno di miniature, bellissimi materiali, etc. Dalle prime informazioni il gioco in questione ha partite della durata di 3 ore ed è una reimplementazione del gioco dell’oca.

Accettate la proposta, sapendo che probabilmente la recensione del gioco sarà comunque fortemente negativa (stringi stringi, è il gioco dell’oca!).

Vi arriva il gioco e iniziate a produrre contenuti da recensori seri e professionali quali siete. Ipotizziamo quindi un lavoro abbasta completo ed esaustivo:

  • 1 ora per girare l’unboxing
  • 2-3 per il montaggio e il caricamento su Youtube
  • 1 ora per la promozione dei contenuti sui social

Poi c’è la prova del gioco. Dovete trovare magari gruppi diversi per provare comunque il gioco in diverse configurazioni: il solitario, due giocatori, quattro giocatori, la modalità partita avanzata, etc.

  • 1 ora per studiare il regolamento
  • 6-7 partite da 3 ore l’una, 21 ore di gioco

40+ ore della vostra vita. Una settimana di lavoro full time, non retribuita, dedicata a qualcosa che già in partenza sapete che non vi piacerà, da gestire in massimo una settimana in parallelo alla vostra vita quotidiana, ma…

HEY! AVETE SCRITTO UNA RECENSIONE NEGATIVA! Siete dei recensori fighissimi che non fanno parte della casta dei recensori servi delle case editrici. COMPLIMENTI!

Personalmente accetto solo titoli di mio gusto o perlomeno di cui so che non mi peserà provarli, anzi: lo farò con molto entusiasmo! Chiaro poi che le aspettative non sono sempre confermate ed è a questo che servono le copie valutative, ma mediamente il risultato sarà una recensione buona con alcuni difetti che esplicito sempre molto chiaramente.


CONTESTAZIONE #5: Potreste comunque comprarvi i giochi ed evitare qualsiasi accusa!

Vero. C’è chi ci riesce perché di suo può e vuole spendere tanto nei giochi da tavolo (e lo sappiamo tutti che il nostro non è proprio un hobby economico). C’è chi ha modo di frequentare le associazioni, quindi non deve obbligatoriamente comprare tutti i giochi che deve trattare. C’è chi semplicemente decide di produrre contenuti con ritmi molto lenti e il tutto diventa facilmente sostenibile.

Ma a conti fatti, quali sono i recensori che ottengono un miglior responso dal pubblico?

Quelli che:

  • trattano un elevatissimo numero di giochi
  • producono contenuti con elevatissima frequenza
  • parlano maggiormente delle novità (perché l’hype è un motore fortissimo per il pubblico di un mercato che tira fuori più di 5000 titoli l’anno)
  • arrivano prima degli altri colleghi

Sempre la casa editrice JohnDoe spedisce a 20 recensori il suo nuovo titolo attesissimo in anteprima, con 2 mesi di anticipo sull’uscita. Poi ci siete voi, integerrimi, che lo comprate a prezzo pieno al day one, ci mettete una settimana a fare tutto quello che dovete produrre e quando pubblicate la vostra recensione, chiunque avrà già visto i contenuti di tutti gli altri.

Quanto interesse pensate che ci possa essere sul vostro lavoro? E stiamo anche trascurando parametri tecnici come la SEO e similari che penalizzeranno ulteriormente il successo del vostro lavoro…


CONCLUDENDO

Credo che la scelta di collaborare con le case editrici sia necessaria e fondamentale per chi vuole provare a crescere seriamente in questo settore. Tutto può avere un equilibrio, tutto può funzionare correttamente, senza trascendere da un lato nel servilismo e dall’altro nel becero complottismo.

Siete voi fruitori che scegliendo e promuovendo i recensori più obiettivi (e bravi), permetterete il ridursi del fenomeno delle recensioni falsate.

Il coltello della parte del manico lo avete voi. Non dimenticatelo!