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Giocatore in solitario #5: Earthborne Rangers, un avventuroso viaggio in una terra rinata

Quinto appuntamento e il nostro Giocatore Solitario è diventato un viaggiatore solitario. Zaino in spalla, equipaggiamento pronto, ha fatto un ampio respiro inalando l’aria pura della Terra rinata e ha cominciato il suo cammino verso Monte Atrox, prima tappa del suo lungo viaggio.

Quando le meccaniche sono le stesse, poter giocare in solitario ha l’indubbio merito di farti impratichire per poter spiegare più efficacemente il gioco ad altre persone. Alla fine è un ottimo modo per imparare bene un regolamento prima di proporlo ad altre persone. Secondo me puoi riflettere di più sul regolamento e apprezzarne meglio la combinazione delle meccaniche.

Alcuni giochi non sono così appetibili se affrontati da soli, o meglio, lo sono in certi casi e in certi casi no. A volte si apprezza intavolarli da soli, ma non è una preferenza. Come è il caso del gioco di cui parleremo oggi.

Earthborne Rangers

Durata media 90′ | Autori Andrew Fischer, Brooks Flugaur-LeavittAndrew NavaroAdam SadlerBrady Sadler | Artwork Joe Banner, Evan Simonet | Editore Fantasia Edizioni

Earthborne Ragers è un gioco collaborativo di carte e di avventura in cui vestiamo i panni di viaggiatori in una terra rinata dopo centinaia di anni di purificazione dall’inquinamento.

Ogni ranger è rappresentato da un mazzo di 30 carte e l’ambiente in cui i muove viene “generato” pescando carte da un mazzo luogo che viene composto ogni volta in modo diverso a seconda del percorso e della meta selezionati su una mappa.

Ho avuto modo di giocare a questo titolo da solo, in due giocatori e in tre, e devo dire che sono d’accordo con quello che dice il Board Game Physicist, cioè che Earthborne Rangers dia molta soddisfazione se giocato in compagnia, condividendo le scoperte le missioni di questo mondo “nuovo”.

Devo dire però che ho trovato molto bello anche giocare in solitario: le regole sono esattamente le stesse (anche se alcuni effetti che coinvolgono gli altri ranger sono un po’ limitati), e l’esperienza è stata piuttosto avventurosa. Ho dovuto contare solo su me stesso, valutando attentamente le scelte da fare e combinando attentamente le ricompense ricevute.

È possibile riaggiustare il proprio mazzo nel corso della partita, ma non ne ho avuto bisogno, grazie a quello che ho imparato nelle prime partite.

L’esperienza che ne ho avuto da solo è stata veramente bella, mi sono affezionato al mio piccolo ranger, mi sono dovuto ingegnare per sopperire alle sue debolezze e scegliere le azioni in base ai suoi punti di forza. Veramente una esperienza coinvolgente.

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