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Il collezionista di prime partite – Imhotep

Ho provato Imhotep ad una straordinaria 24 ore ludica organizzata nelle mie parti dalla Biblioteca di Concesio (BS). Ragazzi, per la prossima edizione vi meritate articolone perché avete costruito veramente un evento entusiasmante e soddisfacente sotto ogni punto di vista!

Menzione d’onore per i Giocatori Malmostosi ed il Tempio Ludico, splendide realtà ludiche bresciane che si sono dedicate anima e corpo per rendere questo evento davvero ottimo.

Tre signori stavano intavolando, e mi aggiungo a loro con gioia accolto alla grandissima, e già questa è una soddisfazione mica da poco: una delle cose più belle di questi eventi è proprio entrare in contatto con degli sconosciuti e condividere con loro una divertente partita.

Il gioco mi attira da subito a livello visivo, uno stile minimal sia nelle illustrazioni che nei materiali che trovo davvero intrigante, molto vecchio stile (scopro solo successivamente con sorpresa che il gioco è del 2016, pensavo molto prima); al giorno d’oggi, in cui molti giochi tendono ad essere ipertrofici ed occupare interi appezzamenti di terreno, la trovo una scelta elegante. I cubi hanno comunque una consistenza ed un peso soddisfacente, dando proprio l’idea di star costruendo qualcosa.

Brevemente, in Imhotep siamo nell’antico Egitto, abbiamo delle cave e dobbiamo caricare i nostri blocchi di pietra su delle navi consegnandoli, poi, ai vari siti di costruzione per rendere il regno sempre più maestoso.

Questi siti di costruzione daranno punti in modi diversi:

  • MERCATO: ci sono ad ogni turno quattro carte che possono dare vantaggi immediati (doppi turni o piazzamenti gratis) o a fine partita (set collection o ulteriori punti per gli altri siti).
  • PIRAMIDE: si costruisce una piramide e, secondo uno schema, i blocchi prendono diversi punti immediati.
  • TEMPIO: c’e una striscia di cinque spazi, si piazzano i blocchi e una volta arrivati a cinque si sale di livello; a fine round si guarda la striscia dall’alto e si danno i punti in base ai blocchi visibili.
  • CAMERA MORTUARIA: si piazzano i blocchi seguendo le freccie, a fine partita si prenderanno punti in base alla grandezza dei gruppi di pietre.
  • OBELISCO: si incolonnano i blocchi e a fine partita si prendono punti dall’obelisco più grande in giù.

Nel nostro turno potremo fare tre azioni: ricaricare la cava con tre blocchi (al massimo se ne possono avere cinque), caricare una delle navi mettendo un cubo nella posizione che vogliamo, o portare una nave ad uno dei siti di costruzione e scaricare i blocchi nell’ordine in cui sono caricati.

Una volta che tutte le quattro navi sono state scaricate (ad ogni turno le dimensioni delle barche cambiano) finisce il turno e, dopo 6 turni, finisce la partita.

L’ordine di posizionamento sulle navi è il vero twist del gioco perché ci costringe a calcolare dove i nostri cubi sarebbero più remunerativi, ma al contempo non possiamo controllare dove e quando la nave verrà consegnata.

Il gioco ha quindi un’altissima interazione diretta in quanto la nostra strategia può anche essere mandare “a banane” tutti i piani degli avversari decidendo di consegnare le navi in siti diversi rispetto a quelli che gli darebbero punti, ma al contempo questo ci toglierà la possibilità di caricare cubi nostri che sono poi quelli che ci fanno avanzare nel tracciato del punteggio.

La mia partita, la prima per tre giocatori su quattro al tavolo, si svolge nel rispetto delle proprie strategie e con poche pugnalate alle spalle, per questo quelle che arrivano fanno ancora più male e spingono i giocatori a simpatici improperi reciproci.

Mi concentro sui punti turno per turno, dando meno spazio alle strategie più remunerative di fine partita perché meglio una statua oggi che un obelisco domani.

A fine partita, durata circa 40 minuti, il punteggio chiama 41 punti per il vincitore (lo spiegatore), 40 per il sottoscritto (molto più portato alla soddisfazione per il grande risultato che al masticare cancheri per l’esigua distanza), 34 e 26 per gli altri giocatori.

L’impressione è che a pieno tavolo dia il meglio, visto anche la durata esigua e l’alta interazione, ma credo che anche a tre possa essere buono mentre a due diventa decisamente troppo scacchistico (ma è un problema che hanno tantissimi giochi non pensati per questo counter).

II gioco, di cui non avevo mai sentito neanche parlare, mi ha letteralmente conquistato! Avrei immediatamente voluto giocare la rivincita ed ha prepotentemente scalato la mia wishlist essendo perfettamente nel target che fa per me in questo specifico momento. Lo consiglio a chiunque abbia voglia di un gioco veloce ma comunque profondo e che farà obbligatoriamente parlare il tavolo.

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