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Dal diario di un viaggiatore anonimo: ENDLESS WINTER – PALEOAMERICANS

Guida il tuo popolo attraverso l’ultima era glaciale, in un gioco ricco di possibilità e divertimento.

“Gli uomini della preistoria restarono a bocca aperta davanti ai “magici ” fenomeni della natura e così inventarono i miti”


Carta d’identità


Primo impatto: grafica e componenti

Endless Winter nasce da una fortunata campagna kickstarter che ha riscosso un notevole successo garantendo una qualità dei materiali davvero eccellente, a partire dalla scatola, illustrata anche all’interno, che ci introduce immediatamente nell’era Paleolitica. Apprezzabili gli inserti in plastica dove trovano alloggiamento le carte, i segnalini, le pedine e le tessere. Ogni cosa ha il suo spazio, anche imbustato, ed è facile da trovare e da riordinare alla fine della partita.

Inoltre ogni giocatore dispone di una scatolina personale che contiene tutto il materiale dedicato al proprio colore. Completano i componenti le plance giocatore double layer con gli alloggiamenti per i contatori risorse e i vari segnalini villaggio/accampamento/megaliti, le diverse plance azioni e infine le miniature dei Capitribù, tutte diverse e anche queste molto dettagliate.

In conclusione l’occhio è appagato e l’ergonomia di tutto il gioco è impeccabile.
Se proprio dobbiamo cercare qualche aspetto negativo, è l’ingombro al tavolo che è decisamente importante, ma d’altronde la vasta possibilità di azioni proposte richiede i suoi spazi. Lo vedremo meglio nel prossimo capitolo.


“Il ghiaccio è acqua che è rimasta fuori al freddo e si è addormentata”


L’utile e il dilettevole: meccanica e tema

Le possibilità di fare punti in Endless Winter sono molteplici: meccaniche diverse si intersecano e sfruttano ognuna le proprie potenzialità. Avremo infatti un leggero deckbuilding, una gestione di lavoratori e posizionamento tessere, una parte di set collection e un’altra di espansione su tessere esagonali.
Insomma il primo impatto durante la spiegazione può spaventare, ma vedrete che poi risulterà tutto comprensibile e il gioco scorrerà al meglio.

La partita è divisa in due Ere, a loro volta suddivise in 2 turni ciascuna con relativa Eclissi finale; in ogni turno i giocatori avranno a disposizione 3 round, uno per ogni segnalino lavoratore/capo tribù a disposizione. L’aspetto positivo è che il tutto si riduce, nel nostro round, nel posizionare uno dei nostri “lavoratori” o il nostro Capotribù su una delle 4 colonne azioni presenti sulla plancia principale: Inizio, Sviluppo, Migrazione e Caccia.

Una volta scelta la colonna, seguendo il tracciato indicato, potremo effettuare le azioni presenti in ordine, spendendo le relative risorse: cibo, utensili e manodopera. Le prime due saranno indicate sulla nostra plancia e le otterremo in diversi modi, mentre la manodopera verrà creata giocando carte dalla nostra mano che rappresentano gli abitanti del villaggio. Infatti ogni giocatore avrà un mazzo di 9 carte dal quale ne pescherà 5 ad inizio turno; ogni carta riporta in alto le icone della manodopera che ci fornirà se utilizzata e al centro della stessa un’azione bonus che si attiverà una volta giocata. L’ultima azione presente in ogni colonna potrà essere utilizzata solo dal primo giocatore che arriverà sul tracciato, questo fatto aiuta molto nella scelta di azione dei giocatori.

Ma quali azioni potremo effettuare poi?
Parlavamo di un mix di meccaniche, vediamolo un po’ più a fondo.

Deckbuilding: potremo acquistare nuovi abitanti del villaggio che ci forniranno manodopera per effettuare nuove azioni e che miglioreranno il mazzo; oppure carte cultura, acquistabili dal “mercato”, che potremo giocare all’inizio del nostro turno ottenendo così risorse o azioni performanti.

Set collection: andando a caccia potremo scoprire nuove carte animali o prendere delle carte già visibili nella plancia della zona di caccia per ottenere punti a fine partita in base al numero della stessa tipologia di animali, oppure esaurire carte animali in nostro possesso che non ci daranno più punti a fine partita, ma che ci forniranno immediatamente risorse spendibili nei turni di gioco.

Espansione: spendendo le risorse indicate, potremo piazzare villaggi o creare accampamenti su una mappa formata da tessere esagonali. Durante le Eclissi di fine turno, in base all’influenza che avremo in ogni tessera, data dalla presenza di villaggi e accampamenti, otterremo risorse/punti o azioni bonus.

Posizionamento Megaliti: in determinate occasioni potremo posizionare dei nostri megaliti presenti sulla plancia giocatore su un ulteriore mappa ottenendo anche qui risorse e azioni bonus; così facendo libereremo spazi sulla nostra plancia che ci permetteranno di ottenere altri bonus durante l’Eclissi.

Scartare carte nel sepolcro: in seguito a certe azioni potremo scartare carte nel nostro sepolcro, per ripulire il mazzo da carte poco utili e renderlo più efficiente. Ogni carta eliminata ci darà punti in base ad uno dei tracciati che vediamo di seguito.

Tracciati offerta e onore: in base al nostro livello in questi due tracciati otterremo punti per le carte che avremo nel sepolcro e per le risorse che avremo a fine partita.

Fase Eclissi: alla fine di ogni turno, otterremo punti e risorse indicati nelle varie plance dal simbolino Eclisse. Importante sarà anche quanta manodopera concederemo in questa fase perché ci permetterà di ottenere bonus migliori in base all’ordine di gioco e ci permetterà anche di diventare il primo giocatore nel turno successivo.

Ovviamente è difficile spiegare in poche righe ogni possibilità di fare punti, ma credo di avervi fatto capire che l’insalata di punti è servita.

Il tema del Paleolitico si sente in ogni azione; le risorse e le possibilità sono strette perché non avremo mai abbondanza di carte per la manodopera o di cibo e utensili, quindi dovremo soppesare ogni spesa per poter resistere tutti e 3 i turni di ogni round ed essere il più performanti possibile.

Le ulteriori espansioni presenti sul mercato aggiungono ancora altre possibilità al già ricco gioco base, forse fin troppo, ma si intersecano tutte molto bene alle meccaniche descritte sopra: le studierò al meglio prossimamente.


“Il nuovo non s’inventa: si scopre.”


Conclusioni: luci e ombre

Endless Winter si presenta come un gioco tanto ingombrante sul tavolo quanto snello nell’incastrare le sue variegate meccaniche. Da questo mix esce un gameplay corposo, ma non pesante; forse difficile da spiegare a giocatori inesperti, ma dopo i primi turni di spaesamento vedrete che tutto scorrerà al meglio.

I materiali sono di prima qualità, addirittura il regolamento è di carta telata, per una maggior robustezza.
Insomma in conclusione il gioco fa bella mostra di sé, senza presentare grosse novità in campo ludico. Da provare le espansioni che spero non rendano ancora più complesso il gioco.

Una prova la consiglio a tutti, soprattutto a chi ama Le Rovine perdute di Arnak, un gioco che ha diversi punti in comune con Endless Winter ma che, a mio parere, ha una marcia in più!